Festival • Presentata allo Spazio Fazioli di Milano la nuova programmazione del festival toscano diretto da Maurizio Baglini. Apertura il 26 giugno con programma e ospiti a sorpresa, scelti anche tra i protagonisti delle precedenti edizioni
di Cecilia Malatesta
SE SI PENSA alla Toscana, culla di millenaria tradizione artistica, come un humus fertile per nuovi stimoli culturali, luogo attento e ad aperto a nuove proposte, non poco si sbaglia; al di là dei centri maggiori, una sconfinata provincia dalle enormi potenzialità ne rimane estranea e la fatica di portare qualche ventata di novità sembra essere il leit motiv di tanti direttori artistici. Restìo il Casentino aretino, restìa la più profonda maremma grossetana, restìa anche al turismo, a dir la verità, perché le masse raramente si spingono oltre il monte Argentario e Castiglione della Pescaia, con il loro rassicurante mare verde e blu, la spiaggia di sabbia e la pineta che concilia il meritato relax postprandiale. Se da qualche tempo pare che qualcosa si stia smuovendo (i festival “PianoForte” a Pratovecchio, “Terre di Scansano” intorno a Grosseto), in zona Civitella Paganico, oltre alla storica sagra della salsiccia – benemerita – son ormai dieci anni che Amiata Piano Festival offre una programmazione di musica classica di alto livello.

Per quest’edizione speciale resta l’ossatura ormai consolidata di dodici concerti distribuiti su tre lunghi week-end a fine giugno, luglio e agosto e restano i luoghi, la Sala Musica di Collemassari e la Chiesa della tenuta di Montecucco per le prime due tranches, la suggestiva cantina dell’azienda vinicola per l’ultima, in attesa del Forum Collemassari, auditorium biodinamico da trecentocinquanta posti, in via di ultimazione tra le vigne, sulla collina che guarda il monte Amiata. Sempre meno incentrato unicamente sul pianoforte, al Festival approdano quest’anno l’arpa di Floraleda Sacchi (29 giugno), i fiati dell’Orchestra dell’Opera di Rouen (28 e 29 agosto), i contrabbassi della The Bass Gang (30 agosto), il robot Teo Tronico, che, con le sue cinquantatrè dita, sfida sulla tastiera Roberto Prosseda (27 giugno); il Quartetto di Cremona (31 agosto) e il Trio di Parma (27 luglio), che con la figura di Enrico Bronzi vuole rendere omaggio a Claudio Abbado, cui è dedicata quest’ultima edizione. Gli onori di casa spettano al fondatore Maurizio Baglini e a Silvia Chiesa che interverranno al fianco degli amici musicisti che hanno fatto la storia del Festival. Restano le degustazioni di Montecucco; il Chianti e il Montalcino lasciamoli agli aficionados del litorale e dei colli più affollati.
Per il programma completo www.amiatapianofestival.com
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