La vita e la carriera del tenore nel volume Jonas Kaufmann – Tenor, edizione ampliata di Meinen die wirklich mich? Dall’infanzia a Monaco di Baviera al difficile periodo a Saarbrücken per arrivare ai successi internazionali
di Maria Severini foto © Gregor Hohenberg
LE EDIZIONI HENSCHEL-BÄRENREITER HANNO DATO ALLE STAMPE una versione aggiornata e ampliata della prima biografia di Jonas Kaufmann, Meinen die wirklich mich? (Intendono proprio me?), sempre in lingua tedesca e sempre a cura del giornalista musicale Thomas Voigt. In Jonas Kaufmann – Tenor, di prossima traduzione italiana, si alternano parti discorsive a interviste nelle quali il tenore, che si esibirà a Londra a settembre nell’ultimo giorno dei Proms, riflette e commenta gli avvenimenti più salienti della sua carriera, le sue esperienze con i registi, il suo rapporto con i media e le registrazioni in studio. Rispetto al volume precedente ci sono numerose foto inedite e in alcuni capitoli sono presenti, a mo’ di corollario, i contributi di alcune grandi figure – Placido Domingo, Anja Herteros, Antonio Pappano, Helmut Deutsch e Jürgen Kestin – che hanno incontrato e condiviso con Kaufmann esperienze umane e lavorative.
Il libro ripercorre cronologicamente le tappe principali della vita, non solo artistica, del tenore tedesco. Si parte dall’infanzia a Monaco di Baviera, dove viene raccontato come a lui e alla sorella era permesso di scegliere uno dei tanti dischi del padre Kurt ma di non poter accedere all’apparecchio riproduttore per evitare di danneggiarlo; al difficile periodo a Saarbrücken, dove Kaufmann fece una faticosa gavetta e la vita lo mise per la prima volta davanti all’ipotesi di abbandonare la carriera musicale. Tornano così alla memoria le difficoltà del giovane tenore costretto per contratto ad accettare ogni ruolo di cui c’era necessità in teatro e di dover passare da Wagner a Offenbach, da Donizetti a Berg con la stessa facilità con cui si cambia cd.
Da lì in poi fu tutta una strada piena di successi e di incontri importanti, per esempio quello con Giorgio Strehler a Milano. Kaufmann ricorda il provino con il regista per Così fan tutte al Piccolo Teatro e la sua reazione dopo averlo sentito cantare: «Dovremmo fare qualcosa insieme, magari una Lucia, ma non il Così. Sei troppo vecchio» si sentì tuonare il ventisettenne Kaufmann.
Alla mia prima alla Scala non mi sono innervosito subito ma sapevo che all’inizio della rappresentazione avrei avuto il cuore in gola. È stato per me come essere in un Olimpo irraggiungibile che si è fatto realtà
Seguì un tira e molla di fax per averlo nel cast. Infatti, dopo che Strehler rinunciò all’idea di avere sul palco volti giovani, al massimo ventenni, con voci sufficientemente mature per Mozart, il tenore fu invitato a prendere parte al Così fan tutte, ultima produzione del regista. Kaufmann rifiutò, a causa di un impegno preso precedentemente a Stoccarda, e arrivò pungente la risposta del regista con parole che lasciavano pochi margini di rifiuto: «Sono Giorgio Strehler. Se chiamo, lei deve venire».
https://www.youtube.com/watch?v=ufhK8FyCLE4
È una lettura scorrevole, un racconto di poco più di duecento pagine ricche di dettagli e di aneddoti. Come quello del giovane Kaufmann, per la prima volta al Met di New York il 4 febbraio del 2006, quando uscito sul palco dopo una Traviata con Angela Gheorghiu e ricoperto da uno scroscio di applausi da far tremare il teatro, incredulo e con il cuore in gola, si chiese «Meinen die wirklich mich?», intendono proprio me?